Cambio di residenza: tempi, documenti e obblighi fiscali
Cambiare residenza è un’operazione comune, ma spesso sottovalutata sotto il profilo burocratico e fiscale. È fondamentale farlo nei tempi giusti, con la documentazione corretta, per evitare sanzioni e disguidi. In questa guida vediamo come comunicare il cambio di residenza al Comune e cosa comporta a livello fiscale, anagrafico e tributario.
Che cos’è il cambio di residenza
La residenza anagrafica è il luogo in cui una persona ha la propria dimora abituale, cioè dove vive stabilmente.
Il cambio di residenza consiste nella modifica di questo dato nei registri del Comune.
L’articolo 43 del Codice Civile definisce la residenza come:
“il luogo in cui la persona ha la dimora abituale”.
Quando fare il cambio di residenza
È obbligatorio fare richiesta:
Entro 20 giorni da quando si cambia domicilio in modo stabile
Anche se si cambia indirizzo all’interno dello stesso Comune
Il cambio ha effetto dalla data di presentazione della domanda, anche se l’ufficio ha tempo fino a 45 giorni per accertare la veridicità delle informazioni.
Dove e come si presenta la domanda
La domanda si presenta:
Presso l’Ufficio Anagrafe del nuovo Comune
Online (se previsto dal Comune), tramite SPID, CIE o CNS
Via email/PEC allegando modulo compilato e documenti
Documenti necessari:
Modulo ministeriale (scaricabile da anagrafenazionale.interno.it)
Copia del documento di identità
Codice fiscale
Eventuale contratto di affitto o visura catastale se proprietari
Verifica e tempi di approvazione
Dopo la richiesta, il Comune:
Esegue accertamenti entro 45 giorni
Manda eventualmente un vigile a verificare la presenza
Se non ci sono contestazioni, il cambio diventa definitivo
Nel frattempo, la nuova residenza è già attiva ai fini fiscali e anagrafici.
Comunicazioni automatiche
Il Comune comunica in automatico il cambio:
All’Agenzia delle Entrate
All’INPS
Al Ministero dei Trasporti (per aggiornamento patente e libretto)
Non serve inviare nulla all’Agenzia delle Entrate, salvo casi particolari (es. partita IVA, domicilio fiscale professionale).
Effetti fiscali del cambio di residenza
1. Domicilio fiscale
Coincide con la residenza, salvo i titolari di partita IVA (che possono eleggerlo altrove).
2. Detrazioni prima casa
Per usufruire dei benefici prima casa (IMU, imposta di registro ridotta), la residenza dev’essere nel Comune dell’immobile entro 18 mesi dall’acquisto.
3. Tasse locali (IMU, TARI)
Il cambio può determinare:
Esenzione o applicazione IMU (in base a residenza e abitazione principale)
Nuovo calcolo della TARI (rifiuti) in base ai metri quadri e alla composizione del nucleo
4. Bonus e agevolazioni
Molti bonus (ISEE, assegni familiari, asilo nido, reddito di cittadinanza) sono legati al Comune di residenza e alla composizione del nucleo familiare anagrafico.
Attenzione: false dichiarazioni
Dichiarare il falso (es. indicare una residenza fittizia) può comportare:
Annullamento della residenza
Sanzioni amministrative fino a 2.000 euro
In alcuni casi, denuncia penale per dichiarazioni mendaci (art. 76 del DPR 445/2000)
Fonti ufficiali
Codice Civile, art. 43
Legge 1228/1954 – Ordinamento Anagrafico
DPR 223/1989
DPR 445/2000 (autocertificazione)
Circolare Ministero Interno n. 9/2012
Portale ANPR: www.anagrafenazionale.interno.it