Come funziona il bonus mamme lavoratrici 2025
Il cosiddetto “bonus mamme lavoratrici” è un’esonero parziale dai contributi previdenziali rivolto alle donne con figli che lavorano come dipendenti. È stato prorogato anche per il 2025 e rappresenta una misura concreta per incentivare l’occupazione femminile. In questa guida ti spiego esattamente come funziona, chi ne ha diritto, quali sono i limiti e come si applica in busta paga.
Cos’è il bonus mamme lavoratrici
Il bonus consiste in un esonero del 100% dei contributi previdenziali a carico della lavoratrice, entro un limite massimo di 3.000 euro annui.
In pratica: le mamme con almeno due figli non pagano la loro quota di contributi INPS per un certo periodo, ma restano comunque coperte ai fini pensionistici.
È stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2024 (articolo 1, comma 180, legge 213/2023) ed è stato prorogato per il 2025.
Chi ha diritto al bonus nel 2025
Il bonus è riservato alle lavoratrici dipendenti del settore privato che soddisfano tutte le seguenti condizioni:
Essere madri di almeno 2 figli
Avere un contratto da lavoratrice dipendente nel settore privato (escluse PA e lavoro domestico)
Avere un figlio con meno di 18 anni
Dettaglio dei requisiti
Due fasce previste:
Madri con almeno 2 figli (uno minore di 18 anni)
L’esonero si applica fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo
Durata: variabile, in base all’età dei figli
Madri con almeno 3 figli (uno minore di 18 anni)
Hanno diritto all’esonero permanente fino al 31 dicembre 2026 (salvo modifiche)
Come funziona in busta paga
L’esonero riguarda solo la quota contributiva a carico della lavoratrice, che normalmente è pari al 9,19% della retribuzione lorda mensile.
Il bonus:
Viene applicato direttamente dal datore di lavoro in busta paga
Si riflette in uno stipendio netto più alto
Non riduce i contributi figurativi per la pensione: l’INPS continua a calcolare tutto come se i contributi fossero stati versati
Esempio:
Stipendio lordo mensile: 1.800 euro
Quota contributiva ordinaria (9,19%): 165,42 euro
Con il bonus: stipendio netto aumentato di circa 165 euro al mese (lordo su netto, soggetto a IRPEF)
Limite massimo dell’esonero
Il beneficio ha un tetto massimo:
3.000 euro all’anno, da riparametrare su base mensile: 250 euro al mese
Se i contributi della lavoratrice superano questa soglia, l’esonero si ferma lì.
Cumulabilità
Il bonus è cumulabile con altri esoneri o agevolazioni, fino al limite massimo del contributo dovuto.
Non è invece cumulabile con il bonus per l’assunzione di donne svantaggiate se si supera l’importo massimo previsto.
Settori esclusi
Non hanno diritto al bonus:
Lavoratrici autonome (libere professioniste, partite IVA)
Dipendenti della Pubblica Amministrazione (al momento escluse)
Lavoratrici con contratto di lavoro domestico
Cosa devono fare le lavoratrici
Non è necessario presentare una domanda all’INPS:
Il datore di lavoro applica il beneficio in automatico tramite il flusso UNIEMENS mensile
Tuttavia, la lavoratrice deve autocertificare la presenza dei figli e i codici fiscali, che vanno comunicati all’azienda (in genere con un modulo interno)
L’INPS ha fornito le istruzioni tecniche con Messaggio n. 4653 del 29 dicembre 2023 e con la Circolare n. 27 del 31 gennaio 2024.
Verifica dell’applicazione
Le lavoratrici possono controllare:
La voce “esenzione contributiva” in busta paga (sotto la sezione “trattenute”)
Il cassetto previdenziale INPS, accedendo con SPID e verificando i versamenti simulati
Fonti ufficiali
Legge 30 dicembre 2023, n. 213 – art. 1, commi 180-182
Circolare INPS n. 27/2024
Messaggio INPS n. 4653/2023
Portale INPS: inps.it